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passeggiata poetica ai tre faggi

Domenica 17 ottobre 2021, in un piacevole pomeriggio d'autunno, con i sole ad accendere i primi colori della stagione e ad intrecciarsi con i versi delle poesie proposte da Ines, le riflessioni di Luca e la musica di Federico. Tre ore nel bello scenario dell'alta Valle Imagna, con lo sguardo sulla costiera del Palio, le Grigne e il Resegone. Iniziativa ben riuscita e da riproporre anche in futuro, nelle altre stagioni. Con Ines Soncini, Luca Bonati e Federico Bravi. Ringraziamo tutti i partecipanti che hanno potuto provare anche l'ebbrezza di un "fuoripista" tra i boschi di Fuipiano, "...che la retta via era smarrita".



Magia d’autunno


“… sarà fuoco rovente

ad accendere i sogni,

come i colori dei boschi

nel cuore d’autunno,

nella stagione della vita

più preziosa dell’oro …”


“… L’estate è appena finita. La luce del sole è sempre più tiepida e nell’aria non c’è più il profumo dei fiori o del fieno appena tagliato. L’olfatto percepisce sensazioni intense di terra, di umido, di foglie secche intrise di rugiada, che lentamente si scompongono in humus. I colori carichi e intensi si spengono in delicate sfumature. L’incedere del tempo pare rallentare, quasi fermarsi in una pausa di riflessione. Ma l’autunno riserva la sorpresa delle sue magie. Boschi e pendii verdeggianti si tingono di migliaia di colori, dell’oro e del fuoco, come in una nuova rinascita, in una seconda primavera. L’incosciente e innocente carica di vita dei primi anni ha disegnato la primavera. L’età matura, la memoria e quattro gocce di saggezza, mettono in scena la magia dell’autunno.

Bruciamo foglie secche, piccoli arbusti e sterpaglie, per appiccare fuoco alla vita e buttarci emozioni, come ceppi da ardere per rinvigorire la fiamma. Per scaldarci la sera, quando il freddo cala con oscure ombre della notte, per cercare una fiaccola di luce che sia di conforto e sicurezza.

Affascinanti, nei primi anni del vivere, ma troppo acerbi, come alberi buoni giusto per fare ombra nel vigore della gioventù. Baldanzosi virgulti, che sul falò della vita non sarebbero altro che legno verde, senza sostanza e consistenza. Capaci solo di far fumo, come si conviene per questo mondo e il suo disegno di vita. Poi il tempo secca la linfa e le fibre si fanno più dure e secche. Il verde diventa dura scorza.

Un ceppo dopo l’altro bruciamo il nostro tempo, le nostre emozioni, nel falò di una sera. E poi la fiamma si spegne, lasciando brace ancora ardente. Scrutiamo silenziosi tutt’attorno, attendendo un altro alito vitale. Cerchiamo il vento, un nuovo soffio dello spirito che scuota la brace per riavvampare il fuoco d’autunno, per riscaldare ancora i nostri cuori …”

E sarà autunno

con i suoi colori

stesi sulle foglie

che adornano i boschi

prima di attingere

all’ultima goccia

della linfa vitale

per poi lanciarsi

in un lentissimo volo

verso la tiepida terra

dove addormentarsi

nell’ultimo sonno.

Un palco naturale

dove le ovattate

sfumature autunnali

come una nebbiolina

sottile e discreta

si stendono lentamente

su quadri policromatici

di campi ormai spogli

e vigneti di collina,

su larici ed abeti

che accendono di colori

i fianchi dei monti.

Tempo d’autunno

quando i ritmi del vivere

si fanno più lenti

ed una patina d’argento

si stende sul capo,

quando ormai i ricordi

sono più dei sogni,

ma in un’ultima magia

la vita si accende

delle emozioni uniche

che regala il colore

del sole al tramonto.


(Luca Bonati - Einberg)



MATTINO D’AUTUNNO

Che dolcezza infantile

nella mattinata tranquilla!

C’è il sole tra le foglie gialle

e i ragni tendono fra i rami

le loro strade di seta (FEDERICO GARCĺA LORCA Fuente Vaqueros 1898 – Viznar 1936)


L’ESTATE E’ FINITA

Sono più miti le mattine –

Le noci stanno diventando marroni –

La guancia della bacca è più paffuta –

La Rosa è fuori città.


L’Acero indossa una sciarpa più gaia –

Il campo una veste scarlatta –

Per non essere fuori moda

mi metterò un ciondolo. (EMILY DICKINSON Amherst (Massachusetts-USA) 1830-1886)


BOSCO D’AUTUNNO

Ha messo chiome il bosco d’autunno.

Vi dominano buio, sogno e quiete.

Né scoiattoli, né civette o picchi

lo destano dal sogno.

E il sole per i sentieri dell’autunno

entrando dentro quando cala il giorno

si guarda intorno bieco con timore

cercando in esso trappole nascoste. (Boris Pasternak Mosca 1890 – 1960)


SETTEMBRE

Settembre, e da qualche parte le ultime

foglie dei sicomori

son tornate alla terra.


Il vento spazza le nuvole dal cielo.


Cosa rimane qui? Galli cedroni, salmoni argentati

e il pino folgorato a due passi da casa.

Un albero colpito dal fulmine. Eppure già

sta tornando in vita. Alcuni germogli

sono apparsi, come per miracolo.


Alla radio suonano

“Maggie by my side” di Stephen Foster.


L’ascolto con lo sguardo perso lontano.

(RAYMOND CARVER Clatskanie (Oregon) 1938 – Port Angeles (Washington) 1988)



+

PALPITO CROMATICO


Un rovente diario

delle mie nostalgie

le foglie d’autunno,

quando l’agonia

della linfa vitale

libera celati pigmenti

e il fuoco, l’oro,

il carminio e i bronzi

adornano a nuovo

i boschi maturi.

Chiazze maculate

ora si dilatano

fino ad affondare

in profondi fiordi

nei fianchi dei monti

che s’illuminano

di insperati colori,

ali di farfalla

gli sciami di foglie

mosse dal vento.

E anche le tetre

ombre dell’anima

arrugginite griglie

che imprigionano

le mie vibrazioni

e gli afoni versi

in cerca di eco

sono trapassate

dai lucenti ardori

di quest’incantesimo.


(Luca Bonati - Einberg)




AUTUNNO

Autunno. Già lo sentimmo venire

nel vento d’agosto,

nelle piogge di settembre

torrenziali e piangenti,

e un brivido percorse la terra

che ora, nuda e triste,

accoglie un sole smarrito.

Ora passa e declina,

in quest’autunno che incede

con una lentezza indicibile,

il miglior tempo della nostra vita

e lungamente ci dice addio. (VINCENZO CARDARELLI Corneto Tarquinia (VT) 1887- Roma 1959)


FOGLIE MORTE

Veder cadere le foglie mi lacera dentro,

soprattutto le foglie dei viali

soprattutto se sono ippocastani,

soprattutto se passano dei bimbi

soprattutto se il cielo è sereno

soprattutto se ho avuto, quel giorno,

una buona notizia

soprattutto se il cuore, quel giorno,

non mi fa male

soprattutto se credo, quel giorno,

che quella che amo mi ami

soprattutto se quel giorno

mi sento d’accordo

con gli uomini e con me stesso

veder cadere le foglie mi lacera dentro

soprattutto le foglie dei viali

di viali di ippocastani. (NÂZIM HIKMET Salonicco 1902 – Mosca 1963)


AUTUNNO

Passano nella nebbia un contadino smorto

e il suo bue,

lentamente, nella nebbia d’autunno

che nasconde i tuguri poveri e vergognosi.

E, mentre s’allontana, il contadino canta

una canzone triste dell’amore infedele

che parla di un anello e di un cuore spezzato.

Oh, l’autunno,

l’autunno ha sepolto l’estate!

Passano nella nebbia due figurine grigie.

(Guillaume Apollinaire Roma 1880 – Parigi 1918)


GIÀ LA PIOGGIA È CON NOI

Già la pioggia è con noi,

scuote l’aria silenziosa.

Le rondini sfiorano le acque spente

presso i laghetti lombardi,

volano come gabbiani sui piccoli pesci;

il fieno odora oltre i recinti degli orti.


Ancora un anno è bruciato,

senza un lamento, senza un grido

levato a vincere d’improvviso un giorno. (Salvatore Quasimodo Modica (RG) 1901 – Napoli 1968)




DELIRIO VERTICALE


Siamo vite sospese

appena aggrappate

a minuscoli appigli

di strapiombanti pareti,

nel sogno ardito

di perderci nell’azzurro

sopra il baratro del vuoto.


Anime spoglie

sulla nuda pietra

che cercano vibrazioni

tra le corde tese

di solitari desideri

e improbabili domande

a dubbie risposte.


Acuminate falesie

si stagliano in alto,

grigie pietre lisce

dal filo tagliente

dove arrampicano

tra gocce di dolore

i cuori inquieti.


Briciole d’umanità

lungo inviolate vie,

a sfidare l’olimpo

e verità assolute,

in questi attimi

intensi e lucidi

di delirio verticale.





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